Beppe Grillo è un istrione, un comico, un artista, ma sicuramente dalla politica non ha ricavato vantaggi patrimoniali diretti. Di questo è possibile essere certi, ed anzi, a dirla tutta la sua irriverenza lo ha portato tempo fa a subire ritorsioni sul piano personale e professionale. Di tanto va dato atto. Chi scrive non ha simpatia politica per Grillo e ne detesta le idee laiciste spesso al limite dell’offesa nei confronti della Chiesa cattolica. Obiettività vuole, tuttavia, di riconoscere che tante volte Grillo dica anche cose sensate e giuste, assieme a idee a dir poco superficiali ma comiche. La prova che Grillo faccia non paura, ma terrore alle mummie del sistema politico attuale, è il fuoco di fila che si para davanti alle esternazioni di Grillo. Se costui è il male assoluto, se dice fesserie in libertà, di che cosa preoccuparsi allora? Persino il Presidente della Repubblica, senza nominarlo, lo ha attaccato e il demagogo era diretto a Grillo che, bene o male, rappresenta un partito politico.
Napolitano è garante dell’Unità nazionale e dunque dovrebbe esimersi dal litigare con qualsivoglia schieramento.
La risposta di Grillo è stata inelegante, ma sul piano politico legittima. La verità è che Napolitano sia pur in buona fede, sta eccedendo nei suoi poteri e stia blindando oltre misura questo governo.
Ha torto Grillo quando accusa la politica di miopia e di egoismo?
Ha torto se denuncia insopportabili privilegi e spese senza pari?
Ha torto quando afferma che questo governo, sin qui, alla classe politica non ha piegato neppure un capello?
Ha torto Grillo che, da anni, definisce i maghi della finanza e delle agenzie di rating come degli “squilibrati”, degli “psicopatici” che rovineranno il mondo?
Grillo potrà aspirare davvero a ruolo di rinnovatore se accanto alla protesta abbinerà la proposta e abbandonerà un certo ed inutile laicismo (spesso volgare) che non gli giova.
Tanti cattolici cominciano a guardare anche a lui, ci pensi …
Bruno Volpe da newsletter Pontifex del 30 Aprile 2012
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